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Gilera RRT 125
Motoblog.it review Translate Questa volta infatti ci
occupiamo di tre modelli distinti ma presentati nello stesso
periodo, anzi a dire il vero lo stesso giorno, e accomunati
dallo stesso propulsore, oltre che dal telaio e da una
ciclistica molto simile. Erano tempi in cui una casa poteva
permettersi il lusso di presentare nello stesso giorno tre
modelli. Se si pensa poi che solo qualche giorno più tardi, in occasione del Motor Show di Bologna, la casa di Arcore avrebbe presentato il modello RC 125 si ha un’idea dei fasti passati di questa gloriosa azienda, oggi condannata a essere un gregario del Gruppo Piaggio che produce solo scooter. Partendo proprio dal propulsore, questo era lo stesso montato sulle Gilera KZ e KK 125. Misurava 56 mm di alesaggio per 50,5 di corsa, per una cilindrata di 124,3 cc ed era dotato di valvola allo scarico meccanica APTS. Se sulle stradali erogava 26 CV a 9.000 giri e una coppia di 2,1 kgm a 8.750 giri, sui modelli da enduro, mantenendo l’alimentazione con carburatore Dell’Orto PHBH 28 ma utilizzando uno scarico differente, la potenza scendeva a 25 CV, erogati a 8.750 giri, mentre il valore di coppia massima rimaneva inalterato, ma era erogato a 8.500 giri. Identico anche il telaio, un doppia culla continua in tubi quadri d’acciaio. Differenti erano invece le destinazioni d’uso e i concetti ispiratori, oltre che una parte della ciclistica e della componentistica. La ER 125, disponibile anche
nella cilindrata 200, era in pratica l’erede della RTX 125. Era
quindi una classica enduro con parafango anteriore alto e
mascherina, anche se quest’ultima aveva un look più aerodinamico
e meno squadrato. Le sue misure vitali erano: lunghezza 2.180
mm, larghezza 910 mm, interasse di 1.375 mm, altezza sella 870
mm e peso a secco di 119 kg, mentre il serbatoio aveva una
capacità di 15 litri. I freni erano a disco da 240
mm davanti e a tamburo da 140 mm dietro. Le colorazioni
disponibili erano bianco oppure blu, entrambi con sella rossa,
mentre il prezzo era di 3.905.000 lire, più 295.000 lire per
l’avviamento elettrico optional. Il parafango però rimase alto, mentre su molti altri modelli simili dell’epoca venne fissato aderente alla ruota anteriore. Caratteristici anche alcuni accessori “dakariani”, in realtà più degli orpelli estetici ma molto indovinati: il faro anteriore aveva una griglia di protezione, che in realtà proteggeva ben poco essendo costituita solo da due ferretti orizzontali, mentre nella parte inferiore compariva un paramotore in plastica, che serviva più a chiudere il disegno della carena che a proteggere effettivamente il basamento. Le misure della RRT erano identiche a quelle della ER, con un peso superiore di 2 kg, così come identica era la capacità del serbatoio. Il suo prezzo era superiore a quello della ER di sole 150.000 lire, mentre le colorazioni erano sempre due, anche se a dire il vero la Nebraska su vide quasi unicamente nell’accattivante versione blu/bianco con sella e parte inferiore dei fianchetti rossi, mentre meno successo ebbe la colorazione nero/rosso. Contrariamente alla ER non fu realizzata una versione 200. Maggiori differenze erano invece riscontrabili sulla Fastbike 125 che non era una enduro a tutti gli effetti. In pratica si può considerare come un’antesignana della supermotard, anche se all’epoca il termine più diffuso era “funbike”. La stessa Gilera la definì all’epoca una moto “multiruolo”.
La moda delle supermotard
doveva ancora arrivare, ma intanto al di là delle Alpi c’era già
qualcuno che iniziava a montare cerchi di sportive su moto da
enduro. Anche la Yamaha poco dopo seguì la stessa strada con la
TDR 250. A proposito di misure, quelle della Fastbike erano solo lievemente differenti rispetto alla sue colleghe più fuoristradistiche: l’interasse era più lungo di 10 mm (1.385), mentre la sella era leggermente più bassa (850 mm). Il prezzo della Fastbike 125, che era disponibile anche nella versione 200, era identico a quello della RRT Nebraska ed era venduta in due colorazioni: blu oppure bianco, entrambi con fregi e sella rossa. Le prestazioni dichiarate erano pressoché identiche per tutte e tre le moto: 130 km/h per la ER, 132 km/h per la Nebraska e 134 km/h per la Fastbike, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h di 9,4 secondi e consumo uguale di 25,2 km/litro. Questi tre modelli a dire il vero non furono molto longevi e subirono la “concorrenza interna” di altri modelli enduro di successo della Casa di Arcore, che uscirono di lì a poco, tra cui la RC 125 (presentata come detto alcuni giorni dopo), la R1 e la XR1 (presentate entrambe nel 1988). Per la Fastbike i tempi erano
decisamente poco maturi. La sua erede arrivò però nel 1991: si
chiamava Freestyle ed era strettamente derivata dalla Apache
125, a sua volta erede della RC Top Rally.
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